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La metamorfosi – F. Kafka

    Una riflessione su “La metamorfosi” di F. Kafka.

    Questa grave ferita, di cui Gregor soffrì per più di un mese, nessuno osò rimuovere il pomo, così rimase come un ricordo visibile, scolpito nella sua carne, sembrava ricordare anche a suo padre che, nonostante la forma angosciante e ripugnante che aveva ora, Gregor era un membro della famiglia, e non avevamo il diritto di trattarlo come un nemico e, al contrario, il dovere familiare ci imponeva di ingoiare ogni avversione nei suoi confronti e di armarci di pazienza, nient’altro che di pazienza.

    La Metamorfosi di Franz Kafka non è solo la storia di un uomo che si sveglia trasformato in un insetto, ma una profonda riflessione filosofica sull’alienazione, l’identità e l’assurdità dell’esistenza umana.

    Da un punto di vista esistenzialista, la trasformazione di Gregor Samsa può essere vista come una metafora della sensazione di essere intrappolati in una vita che non riconosciamo più come nostra. Quante volte ci sentiamo strani nella nostra stessa pelle, scollegati da ciò che siamo, spettatori della nostra stessa vita o di ciò che gli altri si aspettano da noi? Gregor, diventando un insetto, rappresenta questo sentimento estremo di disumanizzazione, di diventare qualcosa che non corrisponde più al mondo, nemmeno alla sua famiglia.

    Kafka ci mette di fronte a un’idea chiave della filosofia esistenzialista: l’isolamento dell’individuo. Gregor, nella sua nuova forma, non è in grado di comunicare, di essere compreso o accettato. Questo isolamento non è solo fisico, è esistenziale. È qui che risuona l’idea di Jean-Paul Sartre secondo cui “l’inferno sono gli altri”. Gregor è rifiutato e temuto, e anche se dentro rimane lo stesso, il suo aspetto lo condanna alla solitudine e all’oblio.

    La Metamorfosi ci parla anche dell’assurdo, un concetto sviluppato da Albert Camus nella sua filosofia. La trasformazione di Gregor non ha alcuna spiegazione o significato, ed è proprio questo il punto. In un mondo assurdo, le cose accadono senza un motivo apparente e noi, come esseri umani, siamo costretti ad affrontarle senza avere risposte. Gregor non si chiede perché sia diventato un insetto; cerca semplicemente di adattarsi, di andare avanti con la sua vita. Ma alla fine l’assurdità lo schiaccia.

    Gregor perde il suo valore agli occhi della famiglia quando non può più lavorare o soddisfare le aspettative sociali. La sua trasformazione fisica riflette una verità più profonda: siamo vulnerabili a perdere il nostro posto nel mondo quando smettiamo di adempiere ai ruoli che esso ci impone.

    La metamorfosi è un monito sulla fragilità dell’identità e sulla disconnessione tra gli esseri umani e il loro ambiente. Kafka ci ricorda che, in questo mondo pieno di norme, aspettative e giudizi, la vera tragedia è perdere il contatto con la propria umanità e, nel processo, essere dimenticati o respinti da coloro che dovrebbero capirci.

    L’opera di Kafka ci lascia con una domanda inquietante: Quanta parte della nostra identità è definita dagli altri?