loader image
Vai al contenuto

PISSTA

Home » Tutti gli articoli PISSTA » Una prima prova diretta dei combattimenti tra uomini e leoni nell’antica Roma

Una prima prova diretta dei combattimenti tra uomini e leoni nell’antica Roma

    L’immagine dei gladiatori che combattono contro i leoni è una delle più diffuse nell’immaginario collettivo quando si parla di antica Roma, dai mosaici ai racconti dell’epoca fino alle ricostruzioni più o meno fantasiose nei film dei giorni nostri, ma finora non erano mai state trovate prove dirette sui combattimenti nelle arene tra uomini e animali feroci. Ora un gruppo di ricerca sostiene di avere scoperto le prime tracce dirette grazie ai segni lasciati da un leone sulla ossa di un combattente o di un condannato a morte per sbranamento.

    La scoperta è derivata dall’analisi di alcuni resti umani risalenti a circa 1.800 anni fa trovati a York, città dell’Inghilterra un tempo importante centro dell’Impero romano. Le ossa erano state trovate una ventina di anni fa nelle vicinanze del centro città durante la preparazione di un cantiere edilizio. Le ricerche avevano portato all’identificazione di 80 scheletri, molti dei quali portavano i segni di ferite e di morti violente. Sulla base di quelle caratteristiche, gli archeologi avevano concluso che si trattasse dei resti di gladiatori che si esibivano negli spettacoli con combattimenti, in un’arena che si ipotizza fosse stata costruita in città; York fu del resto per lungo tempo una importante capitale romana, in cui vivevano molti dignitari ed emissari romani.

    Analizzando alcuni resti un gruppo di ricerca, guidato dall’antropologo Tim Thompson della Maynooth University (Irlanda), aveva notato la presenza di segni particolari sulle ossa del bacino di uno scheletro. Era quindi iniziato uno studio per ricostruire tridimensionalmente al computer quei segni, arrivando alla conclusione che potesse trattarsi del morso di un grande felino come un leone, un ghepardo o una tigre. Non trovando descrizioni soddisfacenti dei morsi di questi grandi carnivori per confrontarli con quelli sulle ossa, il gruppo di ricerca chiese la collaborazione di alcuni zoo del Regno Unito per avere le ossa di altri animali masticate dai felini durante i pasti.

    Dopo anni di studi e di confronti, il gruppo di ricerca ha da poco pubblicato uno studio sulla rivista scientifica PLOS One nel quale spiega che i segni sul bacino dello scheletro trovato a York sono compatibili con il morso di un leone. Questi animali di solito attaccano puntando al collo le loro prede, dove hanno più probabilità di fare presa e avere successo. Secondo il gruppo di ricerca è quindi probabile che l’uomo cui appartenevano i resti fosse già stato ferito dal leone, che lo aveva poi trascinato da qualche parte tenendolo in bocca per il bacino.

    La parola “gladiatore” viene comunemente utilizzata per indicare qualsiasi persona che combattesse in un’arena dell’antica Roma, ma in realtà i gladiatori combattevano solamente tra loro. Chi affrontava gli animali feroci era definito bestiarius e poteva essere o un combattente volontario, oppure una persona condannata a morte per sbranamento. In questo secondo caso si veniva introdotti nell’arena nudi e senza possibilità di difendersi contro leoni, tigri, leopardi, ma in alcuni casi anche orsi e lupi.

    È comunque probabile che a York ci fosse una palestra per gladiatori, nella quale i combattenti venivano formati e fatti allenare per gli spettacoli. Sull’arena che si ipotizza fosse stata costruita in città finora non sono stati trovati indizi convincenti per ricostruire la sua posizione o trovarne delle tracce.