Secondo il mito classico di Apollonio di Rodio le tre sirene Partenope, Ligea e Leucosia, vengono battute nel canto da Orfeo e per la disperazione si buttano in mare, dove si trasformano in scogli. Omero invece nel XII canto dell’Odissea narra che Ulisse, noto per la sua curiosità, volle ascoltare a tutti i costi il canto delle sirene.
Ligea voce dell’Oltretomba, Leucosia la bianca creatura e Partenope, la bellissima dal volto virginale, secondo la mitologia sono tre sorelle, figlie della Musa della Tragedia Melpomene e del Fiume Acheloo, il fiume più importante della Grecia, dotate del potere d’incanto e seduzione sugli uomini, potere che sarebbe terminato fino a quando un uomo le avrebbe respinte e di conseguenza condannate a morire per la vergogna.
Secondo la storia di Omero, Ulisse venne avvisato dalla maga Circe del potere nefasto delle sirene e per questo prese delle precauzioni: ordinò ai suoi uomini di mettere tappi di cera alle orecchie e si legò all’albero maestro della sua nave vietando ai suoi uomini di slegarlo. In questo modo Ulisse non cadde preda delle dolci creature marine. Per il dispiacere di non aver ammaliato col loro canto, le tre sirene si suicidarono sugli scogli e i loro corpi vennero trasportati dal mare. Così Ligea finì a Terina (probabilmente nel luogo dell’attuale Nocera Terinese, in Calabria), Leucosia a Posidonia (nome antico di Paestum) e Partenope alle foci del fiume Sebeto, dove poi i Cumani avrebbero fondato Neapolis.
La sirena senza vita sarebbe approdata sull’isolotto di Megaride, nel luogo in cui oggi sorge Castel dell’Ovo. Qui il corpo di Partenope si dissolse, prendendo la forma della città di Napoli: la sua testa divenne la collina di Capodimonte e la sua coda si posò lungo la collina di Posillipo.
In suo onore le fu dedicata una corsa con le fiaccole, che si compiva ogni anno (le cosiddette Lampadedromie) e pare che proprio sull’isolotto fu eretta una statua di Partenope, mai ritrovata.
Così Partenope divenne la protettrice del luogo e diede il nome a quello che un tempo era un piccolo villaggio, dove oggi sorge Napoli.
A Napoli Partenope era venerata come dea protettrice e si sviluppò il suo culto matriarcale. La città mutò nome da Parthenope in Palepolis (città vecchia) ed infine Neapolis (città nuova), ma ancora oggi viene appellata come città partenopea e partenopei sono detti i suoi abitanti.
Il mito lo ritroviamo anche nei luoghi circostanti alla città, Capri è infatti considerata la terra delle sirene. Osservandola dal Golfo possiamo notare i tratti di un corpo femminile con il capo corrispondente al monte Tiberio e i fianchi in prossimità di monte Solaro.