ll Faro di Alessandria fu costruito sull’isola di Pharos, di fronte al porto di Alessandria d’Egitto, durante i regni di Tolomeo I Soter e Tolomeo II Filadelfo, tra il 300 e il 280 a.C.
Una delle Sette Meraviglie del mondo antico, il Faro di Alessandria era famoso per la sua potente luce che guidava i naviganti nel Mar Mediterraneo.
Secondo alcune fonti storiche, la luce del faro era visibile da una distanza di 48 chilometri.
Questa distanza era praticamente il limite massimo consentito dalla curvatura terrestre per un’osservazione da terra.
Il faro utilizzava un sistema ingegnoso di speciali specchi di bronzo lucidato che rifletteva di giorno la luce del sole fino al largo e di notte amplificava la luce dei grandi fuochi che venivano accesi all’interno della torre, rendendoli visibili da molto lontano.

Non si hanno descrizioni esatte del suo funzionamento, probabilmente per ragioni di riservatezza normalmente mantenuta nel mondo ellenistico sugli impianti di tecnologia avanzata.
Si ipotizza comunque che l’intensità della luce del Faro fosse amplificata da un sistema di specchi parabolici, una tecnologia avanzata per l’epoca, basata sulle conoscenze delle coniche e della catottrica, ben nota negli ambienti scientifici di Alessandria.
Le conoscenze matematiche su cui si basano le tecnologie applicate nel Faro andarono perdute nei secoli successivi, come gran parte della cultura scientifico-tecnologica ellenistica.
Si riprese a costruire dei fari solo nel XII secolo (la prima Lanterna di Genova è stata realizzata probabilmente nel 1128), ma senza riflettori basati sulla teoria delle coniche. Questi verranno recuperati solo nei primi decenni del XVII secolo, in particolare da Bonaventura Cavalieri, e consentiranno la costruzione dei primi fari moderni alla fine del secolo.
La visibilità da decine di chilometri di distanza
della luce del Faro di Alessandria era possibile anche grazie alla sua altezza. Il Faro di Alessandria era una delle costruzioni più alte del mondo antico. Si stima che raggiungesse un’altezza compresa tra i 120 e i 135 metri. Superato in altezza solo dalle piramidi di Cheope e Chefren.
Ad eccezione della Piramide di Cheope, il Faro fu la più longeva delle Sette Meraviglie. Rimase infatti in funzione per sedici secoli, fino a quando nel XIV secolo due terremoti lo danneggiarono irreparabilmente.
Nel 1349 l’esploratore e scrittore marocchino Ibn Battuta, considerato uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi, lo trovò “in un tale stato di rovina che non si riusciva più non solo a entrare ma nemmeno a raggiungere la porta”. Nel 1480 il sultano d’Egitto Qaytbay utilizzò le sue rovine per la costruzione di un forte nelle vicinanze.
Nonostante il Faro di Alessandria non esista più, la sua fama e la sua importanza storica sono rimaste intatte, e continua ad affascinare studiosi e appassionati di storia. Il Faro di Alessandria rappresentava un’eccellenza tecnologica dell’antichità e il suo raggio luminoso era simbolo di progresso e civiltà.