Esopo (circa 620-564 a.C.) è stato un famoso scrittore greco, noto soprattutto per le sue favole, che hanno avuto una grandissima influenza sulla cultura occidentale.
Le favole di Esopo sono caratterizzate dall’uso di animali dai tratti caratteriali umani, positivi o negativi, e da una morale che insegna lezioni di vita. Queste storie brevi e semplici sono state utilizzate per secoli come strumenti educativi per bambini e adulti, trasmettendo valori morali e saggezza pratica. Alcune delle favole più celebri di Esopo includono “La volpe e l’uva”, “La lepre e la tartaruga” e “Il lupo e l’agnello”.
Le favole di Esopo sono state tramandate attraverso i secoli e hanno subito molteplici adattamenti e rielaborazioni. Durante il Medioevo, le sue storie sono state tradotte e incluse in raccolte di favole che hanno circolato ampiamente in Europa. Molti autori successivi, come Jean de La Fontaine, hanno tratto ispirazione dalle opere di Esopo per creare le proprie versioni delle favole.
Nonostante la fama duratura, la vita di Esopo è avvolta nel mistero e gran parte di ciò che sappiamo su di lui proviene da fonti leggendarie e aneddotiche. Il “Romanzo di Esopo”, una biografia scritta in epoca tardoantica, presenta un’immagine affascinante e romanzata della vita dello scrittore.
Secondo questa versione, Esopo era un uomo di umili origini che, grazie alla sua intelligenza e arguzia, riuscì a guadagnare la libertà e la fama. Questa biografia ha contribuito a consolidare l’immagine di Esopo come un simbolo di saggezza e ingegno.
Esopo è diventato sinonimo di favola e le sue storie sono state tradotte in numerose lingue in tutto il mondo.
Nonostante il passare dei secoli, le favole di Esopo continuano a offrire lezioni preziose. La loro capacità di trasmettere saggezza in modo semplice ed efficace ha garantito la loro popolarità nel corso dei millenni. Le sue storie parlano di valori universali come l’onestà, la perseveranza, l’umiltà e l’astuzia, che rimangono pertinenti indipendentemente dall’epoca o dal contesto culturale.
Nel ‘Romanzo di Esopo’ lo scrittore è descritto come un uomo brutto, basso, grasso, con i piedi piatti e le braccia corte, di carnagione olivastra, gobbo e balbuziente: questa descrizione caricaturale aveva di certo lo scopo di sottolineare come l’apparenza possa ingannare, tanto che un uomo umile e brutto in realtà abbia grandi doti morali e intellettive.
Nella produzione vascolare attica, è presente un kylix che raffigura una scena caricaturale con Esopo, seduto su roccia, che conversa con la volpe. L’animale è protagonista di molte favole e, quindi, non sorprende che il pittore della coppa abbia scelto proprio lei come conversatrice. La volpe è anche simbolo di astuzia e sagacia, doti che di certo Esopo ha dimostrato di avere e che spesso si riflettono nelle sue favole.
Nella coppa, datata al 450 a.C. circa e conservata al Museo Gregoriano Etrusco Vaticano (inv. 16552), Esopo è raffigurato come un uomo barbuto e calvo, con una grossa testa su un corpo minuto. Non presenta, però, la gobba.
Quale era il vero aspetto del grande favolista? Le fonti tramandano la notizia che egli fu raffigurato da scultori del calibro di Lisippo e Aristodemos. Questi ritratti scultorei rendevano certamente giustizia al vero aspetto di Esopo. Purtroppo essi non sono giunti fino a noi.