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Che origine hanno i Marsi? Il popolo più forte dell’Italia pre-romana?

    Nell’antico cuore dell’Italia centrale, circondato da una corona di popoli fieri e bellicosi come i Peligni, i Sabini, i Vestini, gli Equi e i Volsci, sorgeva il territorio dei Marsi, un popolo dalla storia intensa e dal carattere indomito. La loro dimora era un paesaggio unico e suggestivo, dominato dal vasto specchio del Lago Fucino, che rifletteva le montagne circostanti, custodi silenziose delle loro leggende.

    L’etimologia del loro nome, Marsi o Marruvini, affonda le radici in un passato oscuro e lontano. Virgilio stesso, nell’epopea dell’Eneide (VII, 750), accenna a questo popolo, accomunandone forse il nome ai vicini Marrucini. Tuttavia, non mancarono linguisti che, con argomentazioni solide, avanzarono dubbi sull’effettiva comunanza tra le due stirpi. Certo è che sia i Marsi sia i Marrucini appartenevano al grande ceppo dei popoli sabellici, una stirpe antica che includeva anche i Peligni, i Frentani e i Vestini, accomunati da lingua, cultura e tradizioni.

    Neutrali durante la prima e la seconda guerra sannitica, i Marsi dimostrarono prudenza e abilità diplomatica. Tuttavia, nel 308 a.C., secondo il racconto di Tito Livio (Ab Urbe Condita, IX, 41), sembrerebbe che abbiano infine scelto di schierarsi con i Sanniti, sebbene Diodoro Siculo (Bibliotheca Historica, X, 44) narri una versione differente, sostenendo che in quel frangente i Marsi si allearono con Roma. Quale che fosse la verità, la tensione con la crescente potenza romana culminò quando i Romani decisero di fondare una colonia a Carseoli, nel cuore del loro territorio.

    L’orgoglio dei Marsi non poteva accettare una simile ingerenza senza reagire. La ribellione fu inevitabile, ma il peso delle legioni romane si fece sentire. Sconfitti, i Marsi furono costretti a cedere una parte delle loro terre ai nuovi coloni romani. Tuttavia, da quel momento e per i successivi due secoli, mantennero un’alleanza con Roma, distinguendosi come valorosi alleati in diverse campagne militari, tra cui la memorabile battaglia di Canne, in cui il loro coraggio fu ricordato con ammirazione.

    La pace con Roma non fu eterna. Nel 91 a.C., i Marsi furono tra i principali artefici della cosiddetta guerra sociale, il grande conflitto dei popoli italici contro la supremazia di Roma. In questa lotta, i Marsi si distinsero per la loro forza e il loro spirito indomabile, assumendo un ruolo di primo piano nella coalizione ribelle. Sebbene la guerra si concludesse con la sconfitta degli italici, il valore dei Marsi fu tale che, anche sotto il dominio romano, continuarono a essere considerati un popolo fiero e guerriero, geloso delle proprie tradizioni e della propria identità.

    La struttura urbana dei Marsi era costituita principalmente da villaggi fortificati, difesi da solide mura e torri. Tra questi, Marruvio era fra i centri principali. Altri villaggi importanti erano Anxantia, Aminum, Lucus Angitiae e Cerfennia. Plinio il Vecchio, nella sua opera Naturalis Historia (III, 106), suddivise gli abitanti dei Marsi in diverse tribù e località: gli Anxamini, gli Antinates, i Fucentes, i Lucenses, i Marruvini e gli Albensium, tutti stanziati attorno al lago Fucino, che con le sue acque immote dominava il paesaggio, conferendo al territorio un aspetto solenne.

    I Marsi, dunque, rimasero nella memoria storica come un popolo duro e tenace, legato alle proprie radici e capace di fronteggiare le più grandi potenze del loro tempo con fierezza e onore.