Secondo gli ultimi dati gli incidenti stradali avvenuti nelle nostre strade sono aumentati ancora di più. I numeri ci dicono che per la sicurezza e la prevenzione c’è ancora molto lavoro da fare. Il presente articolo vuole porre in particolare l’attenzione sull’ efficacia degli strumenti che possono essere utilizzati da deterrente per ridurre l’incidenza delle lesioni personali e la mortalità sulle strade e andremo a verificare se il loro numero sia sufficiente.
Si tratta degli autovelox a postazione fissa o mobile: tra questi, ci sono gli Autovelox 104/C, Autovelox 105, Autovelox 106, Telelaser e Telelaser Trucam, e i Tutor appartenente ad un altro tipo di tipologia di strumento e presenti in particolare sulle autostrade. Sono tutti soggetti a omologazione ministeriale (che autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio testato in laboratorio, con attribuzione della competenza al Ministero dello Sviluppo economico o delle Imprese e del Made in Italy.
La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 10505/2024 ne ha ribadito l’importanza per la legittimità della sanzione), taratura (si tratta di un intervento di natura tecnica che deve essere necessariamente effettuato a cura di ditte autorizzate e certificate terze e imparziali e che consiste in un controllo di tipo periodico disciplinato da un decreto del Ministero dei Trasporti, che va ripetuto ogni anno) e verifiche di funzionalità periodiche. Gli autovelox presenti sulle strade sono all’ incirca in numero di 11.130 su 154.166 km complessivi di strade tra nazionali, regionali, provinciali, autostrade (Fonte ACI).
Anche se il loro numero appare piuttosto elevato, a parere di chi scrive, data la loro funzione deterrente al fine di evitare lesioni o morti in caso di incidenti per eccesso di velocità, e tenuto conto della lunghezza delle strade, dovrebbe essere ulteriormente incrementata. I segnali che indicano la loro presenza svolgono allo stesso modo una funzione di deterrenza. La capillarità di autovelox e tutor sulle strade e autostrade non deve essere valutata in senso negativo facendo riferimento unicamente alla loro attitudine a comminare sanzioni, ma deve essere ritenuta indispensabile alla sicurezza e alla protezione della vita umana, che lo Stato ha l’obbligo di preservare in tutti i modi (vedere a tal proposito quanto sancito dall’ art. 32 Cost. sul diritto alla salute per cui: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Difatti, la velocità è uno dei fattori più significativi nelle cause di incidenti stradali e indurre l’automobilista al rispetto dei limiti non ha come funzione quella di fargli evitare una multa, ma quella certamente più importante di preservarne l’incolumità.
Gli autovelox, che devono essere preventivamente segnalati, sono gestiti dalla Polizia Stradale, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia locale, secondo quanto disposto dall’ Art. 12 del C.d.S. 1° comma (intitolato Espletamento dei servizi di polizia stradale) il quale prevede che: “1. L’espletamento dei servizi di polizia stradale previsti dal presente codice spetta: a) in via principale alla specialità Polizia Stradale della Polizia di Stato; b) alla Polizia di Stato;
c) all’Arma dei carabinieri; d) al Corpo della guardia di finanza;
d-bis) ai Corpi e ai servizi di polizia provinciale, nell’ambito del territorio di competenza;
e) ai Corpi e ai servizi di polizia municipale, nell’ambito del territorio di competenza;
f) ai funzionari del Ministero dell’interno addetti al servizio di polizia stradale ”. L’ autovelox rileva la velocità istantanea, mentre il tutor, presente sulle autostrade, si basa sulla tecnologia Sicve, “sistema informativo per il controllo della velocità”, rileva la velocità media del veicolo, che può essere un’autovettura, moto, camion, pullman, che passa tra due portali dotati di telecamere posti ad una certa distanza circa 15 Km l’uno dall’altro. Un sistema centralizzato effettua gli abbinamenti dei dati dei due portali, qualora il sistema rileva il superamento dei limiti di velocità consentiti dal C.d.S. per ciascuna categoria di veicolo la Polizia Stradale accerterà la violazione e individuerà il trasgressore e provvederà alla compilazione e alla notifica del verbale di contravvenzione. I tutor sono posti lungo le autostrade A1, A4, A5, A6, A7, A8, A10, A13, A14, A16, A23, A26, A28, A30 e A56. Quello che salta subito all’ occhio è che i tutor non sono presenti in tutte le autostrade.
In parte questo è la conseguenza della controversia relativa al brevetto del dispositivo, che ha costretto il concessionario a interrompere l’uso dello strumento. In alcune autostrade è stato riattivato, in altre come l’A-24 i tutor, pur presenti negli anni passati, non sono stati ancora riattivati, ma in una nuova versione – denominata Sicve-PM che consente una efficienza maggiore nel rilevamento – torneranno in funzione.
Questi nuovi strumenti consentono la possibilità di confrontare non la sola targa ma l’intera immagine, confrontandone anche tratti distintivi dell’autoveicolo ed identificandolo così in maniera univoca. Il lungo periodo della loro assenza non può non avere creato problemi alla sicurezza in quanto gli automobilisti indisciplinati potrebbero averne approfittato per superare i limiti. La Polizia Stradale, secondo quanto previsto dal DM n. 282 del 13 giugno 2017 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, provvede ad effettuare la verificazione iniziale del sistema, nonché le verificazioni periodiche a cadenza annuale. La prima domanda da porsi è la seguente: il tutor ha effettivamente una funzione deterrente alla violazione dei limiti di velocità? Si, se funzionano correttamente e se ce ne sono in quantità notevole. Sarebbe opportuno che in Italia ce ne fossero molti di più, in quanto essi sono collocati solo in alcuni tratti autostradali e ci sono dei tratti autostradali in cui non c’è né nemmeno uno.
Ad oggi sono 176 le tratte controllate dal Tutor, per una lunghezza pari a circa 1670 km di carreggiate autostradali su un totale di circa 6000 Km esistenti. Ovviamente la gestione del tutor come di qualsiasi altro autovelox a postazione fissa ha un costo di cui l’amministrazione non può non tener conto. Sull’ A2 Salerno-Reggio Calabria al posto del sistema tutor c’è Vergilius, che oltre alla velocità media rileva anche la velocità istantanea.
Si ricorda che ai sensi dell’ art. 142 del C.d.S. comma 1 : “ Ai fini della sicurezza della circolazione e della tutela della vita umana la velocità massima non può superare i 130 km/h per le autostrade, […] Sulle autostrade a tre corsie più corsia di emergenza per ogni senso di marcia, dotate di apparecchiature debitamente omologate per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h sulla base delle caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato, previa installazione degli appositi segnali, sempre che lo consentano l’intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti ed i dati di incidentalità dell’ultimo quinquennio. In caso di precipitazioni atmosferiche di qualsiasi natura, la velocità massima non può superare i 110 km/h per le autostrade ed i 90 km/h per le strade extraurbane principali”.
Come indica correttamente la norma i limiti di velocità possono variare in base alle condizioni atmosferiche, come la pioggia o ancor più la nebbia. In quest’ ultimo caso la velocità massima, va ulteriormente diminuita in rapporto alla visibilità. In tratti di intensa nebbia la velocità non può superare i 50 km/h. Estremamente pericolose sono le giornate di intenso traffico, anche in queste circostanze la velocità va ridotta essendoci il rischio di ritrovarsi auto ferme all’ improvviso.
Si ricorda che lo spazio di frenata alla velocità di 130 km/h è di 87 m, a 140 Km/h di 98m e a 160 Km/h di 128 m, esso può ulteriormente aumentare a seconda delle condizioni della strada, come in caso di pioggia, neve, ghiaccio. I neopatentati non possono superare in autostrada il limite di velocità di 100 km/h. Le sanzioni variano a seconda del superamento del limite. Chiunque supera i limiti massimi di velocità di non oltre 10 km/h, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 42 a € 173, se li supera di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h la sanzione amministrativa va da € 173 a € 694.
Qualora il superamento è di oltre 40 km/h ma di non oltre 60 km/h la sanzione amministrativa prevista parte da € 543 a € 2.170. In questo caso dalla violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi.
Più grave ancora la sanzione amministrativa per una velocità che supera di oltre 60 km/h i limiti massimi prevedendo il pagamento di una somma che va € 845 a € 3.382. Anche in questo caso la norma concerne la comminazione della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da sei a dodici mesi.
L’ultima novella al Codice della Strada, avrebbe potuto fare di più in quanto per una velocità non superiore al limite di 40 km/h la sanzione prevista va da € 173 a € 694, troppo poco per essere un valido deterrente, se si pensa che in autostrada ciò significherebbe potere raggiungere la velocità di 170 Km/h, con conseguenze drammatiche in caso di incidente. Si spera che il legislatore, così come ha fatto per la guida in stato di ebrezza e la guida sotto l’ effetto di stupefacenti, prevede pene più severe anche nel caso del superamento dei limiti di velocità.
di Gianluca Di Natale – avvocato