loader image
Vai al contenuto

PISSTA

Home » Tutti gli articoli PISSTA » Vincenzo Bellini

Vincenzo Bellini

    Giuseppe Verdi era entusiasta delle sue ‘lunghe melodie’, Richard Wagner, che raramente apprezzava qualcuno a parte se stesso, era affascinato dalla sua capacità quasi sorprendente nell’abbinare la musica al testo e alla psicologia. Liszt e Chopin si dichiararono ammiratori. Tra i giganti del XIX secolo, solo Berlioz si mostrò indifferente. Oggi, quei musicologi che lo consideravano un semplice melodista, rappresentano la minoranza.” – Tim Ashley, critico londinese, a proposito di Vincenzo Bellini.

    Il 3 novembre 1801, nasceva a Catania Vincenzo Bellini.

    Bellini è stato uno dei più grandi compositori italiani dell’Ottocento, noto per le sue opere liriche che hanno segnato la storia del bel canto. La sua vita, seppur breve, fu intensa e ricca di successi. Dopo aver studiato al Real Collegio di Musica di San Sebastiano a Napoli, Bellini conquistò il pubblico con capolavori come “La sonnambula”, “Norma” e “I puritani”.

    Bellini morì il 23 settembre del 1835, a soli 33 anni. La sua morte improvvisa e prematura a Puteaux, vicino Parigi, fu attribuita a un’infezione intestinale, ma ha sempre suscitato interrogativi e teorie. Alcuni biografi ipotizzano che Bellini sia stato avvelenato da Samuel Lewys, il marito geloso della donna che lo ospitava. A sostegno di questa tesi vi è lo strano comportamento dei coniugi Lewys, che tennero Bellini isolato e fuggirono da Parigi, lasciandolo solo e morente nella loro villa.

    L’autopsia ufficiale, eseguita su ordine del re di Francia, concluse che la morte fosse dovuta a cause naturali, ovvero un’infiammazione acuta dell’intestino.

    Nonostante l’esito dell’autopsia, i dubbi sull’effettiva causa del decesso non si sono mai sopiti. Infatti il recente esame delle sue maschere mortuarie ha dimostrato l’inattendibilità dell’autopsia ufficiale. Il Prof. Francesco Mallegni è stato incaricato di riesaminare il caso, nella speranza di risolvere questo mistero storico.

    Bellini ha lasciato un’eredità musicale che continua a influenzare e ispirare. Le sue opere, caratterizzate da lunghe melodie e profondità emotiva, sono ancora oggi rappresentate nei teatri di tutto il mondo. Come ha sottolineato il poeta Mario Rapisardi, il regno di Bellini risiede nell’indefinito sentimento e nella malinconia congenita della vita. Le sue arie, vere poesie musicali, esprimono le più profonde emozioni dell’animo umano.