loader image
Vai al contenuto

PISSTA

Home » Tutti gli articoli PISSTA » La profezia dei ritratti dei Papi (e della fine del mondo) a San Paolo Fuori le Mura

La profezia dei ritratti dei Papi (e della fine del mondo) a San Paolo Fuori le Mura

    La Basilica di San Paolo Fuori le Mura custode di una singolare tradizione: una serie ininterrotta di ritratti di tutti i pontefici.

    Tra le maestose navate e i scintillanti mosaici dorati della Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura a Roma, è custodita una storia millenaria intrisa di fede, arte e una leggenda tanto affascinante quanto inquietante. Oltre ad essere la seconda basilica più grande della capitale, dopo San Pietro, San Paolo custodisce un’unicità che cattura l’attenzione di pellegrini e turisti: la serie cronologica dei ritratti di tutti i Papi, da San Pietro fino a Francesco.

    Una galleria di pontefici tra storia e arte

    Questi medaglioni in mosaico su sfondo dorato, che adornano la parte superiore della basilica, quasi a incorniciare il cammino dei fedeli, rappresentano un vero e proprio viaggio temporale attraverso la storia della Chiesa. L’idea di questa galleria di pontefici affonda le radici nella basilica preesistente, distrutta dal devastante incendio del 1823. La ricostruzione, voluta con tenacia da Papa Leone XIII, mantenne questa peculiare tradizione, affidando allo Studio Vaticano del Mosaico il compito di rifare i ritratti andati perduti e di proseguire la serie. Dei 40 originali risalenti al periodo tra il V e il IX secolo, oggi se ne conservano alcuni preziosi esemplari al piano nobile dell’Abbazia.

    La sfilata di volti inizia idealmente con San Pietro, raffigurato in un tondo a sinistra dell’altare maggiore, e prosegue ininterrotta, snodandosi sopra gli archi che separano le cinque navate. Ogni ritratto è una testimonianza non solo della successione papale, ma anche dei cambiamenti stilistici e di costume che hanno attraversato i secoli. Dai tratti severi dei primi pontefici si giunge ai volti più familiari dei papi contemporanei, come Paolo VI e San Giovanni Paolo II, fino agli ultimi due ritratti, quelli di Papa Emerito Benedetto XVI e di Francesco, quest’ultimo illuminato da un riflettore, quasi a sottolinearne il ruolo di guida della Chiesa Cattolica fino alla sua scomparsa il 21 aprile 2025.

    Ma al di là del loro valore artistico e storico, questi ritratti papali sono al centro di un’antica e popolare leggenda, legata a una profezia attribuita a San Malachia, un vescovo irlandese del XII secolo. La profezia, una serie di brevi motti che descriverebbero i futuri Papi, culmina con un pontefice il cui regno precederebbe la Fine del Mondo, o meglio, della Chiesa.

    Considerando che i tondi disponibili nella basilica di San Paolo erano tradizionalmente 111 dopo Celestino II, e che quello destinato a Benedetto XVI sembrava occupare il penultimo spazio, molti hanno interpretato l’elezione di Francesco I come il compimento della profezia. La credenza popolare vuole, infatti, che una volta terminati gli spazi vuoti per i medaglioni nella basilica ostiense, si sarebbe conclusa anche la storia della Chiesa.

    Tuttavia, un’osservazione più attenta svela un dettaglio che allontana, almeno per ora, lo spettro della fine imminente. Sebbene il ritratto di Papa Francesco concluda effettivamente una delle corsie laterali, volgendo lo sguardo all’angolo della navata si possono ancora scorgere almeno sei spazi vuoti pronti ad accogliere i volti dei futuri pontefici.

    San Paolo Fuori le Mura, quindi, non è solo un luogo di culto e di arte, ma anche un palcoscenico dove storia, fede e leggenda si intrecciano in maniera indissolubile. Mentre i visitatori ammirano la maestosità dell’interno ricostruito dopo l’incendio, le preziose opere d’arte come la porta bizantina del XI secolo o il ciborio di Arnolfo di Cambio, e magari si soffermano a pregare presso la tomba dell’Apostolo delle Genti, situata al centro della navata, lo sguardo inevitabilmente si alza verso quella singolare galleria di volti.

    di Emanuele Bianchi