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Johann Wolfgang von Goethe, “Le affinità elettive”

    La pazzia, a volte, non è altro che la ragione presentata sotto un’altra forma

    “Le affinità elettive” di Johann Wolfgang von Goethe è un romanzo di straordinaria profondità che esplora la natura complessa dei legami umani attraverso una lente che fonde scienza, passione e destino. La frase citata, “La pazzia, a volte, non è altro che la ragione presentata sotto un’altra forma”, racchiude perfettamente uno dei temi centrali dell’opera: il sottile confine tra razionalità e irrazionalità nelle relazioni umane.

    Pubblicato nel 1809, il romanzo prende in prestito il concetto chimico delle affinità elettive, ovvero la tendenza di certi elementi a combinarsi preferenzialmente con altri, per illustrare come le passioni umane seguano leggi naturali che trascendono le convenzioni sociali e la volontà individuale. La storia ruota attorno ai nobili Eduard e Charlotte, una coppia apparentemente stabile il cui equilibrio viene sconvolto dall’arrivo di due ospiti: il Capitano Otto e la giovane Ottilia.

    Con precisione quasi scientifica, Goethe illustra come questi quattro personaggi vengano irresistibilmente attratti in nuove configurazioni: Eduard verso Ottilia e Charlotte verso il Capitano. Ciò che inizia come un esperimento sociale controllato si trasforma in un vortice di passioni incontrollabili, dove la ragione cede gradualmente il passo a comportamenti che sembrano follia agli occhi della società.

    Significativo come Goethe rappresenti Eduard, il cui amore ossessivo per Ottilia viene considerato dagli altri come una forma di pazzia, mentre per lui rappresenta la più pura verità emotiva. La sua passione non è irrazionale ai suoi occhi, ma semplicemente una forma diversa di ragione, una logica del cuore che segue le leggi della natura piuttosto che quelle della società.

    Il romanzo culmina in eventi tragici che sottolineano l’inevitabilità delle conseguenze quando forze naturali come l’attrazione e la passione si scontrano con le strutture sociali. La morte del figlio di Eduard e Charlotte, nato mentre entrambi pensavano ai rispettivi oggetti del desiderio, e il successivo sacrificio di Ottilia, evidenziano la tensione irrisolvibile tra natura e cultura.

    “Le affinità elettive” resta un’opera rivoluzionaria non solo per l’audacia con cui Goethe applica concetti scientifici alle relazioni umane, ma anche per la sua capacità di esplorare le profondità psicologiche dei personaggi e di mostrare come comportamenti apparentemente irrazionali possano avere una propria coerenza interna. È un’opera che ci invita a riconsiderare i confini tra ragione e follia, tra scelta e determinismo, e che continua a interrogarci sulla misura in cui siamo davvero padroni dei nostri sentimenti e del nostro destino.