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Giovanni Keplero

    Nasce il 27 dicembre 1571 Giovanni Keplero, adattamento di Johannes Kepler (Weil der Stadt, 27 dicembre 1571, Ratisbona, 15 novembre 1630), astronomo, astrologo, matematico, cosmologo, filosofo della natura e teologo luterano tedesco, che scoprì le leggi omonime che regolano i movimenti dei pianeti. Matematico imperiale dal 1601 sotto gli imperatori Rodolfo II, Mattia d’Asburgo e Ferdinando II d’Asburgo, fu un convinto sostenitore del sistema copernicano.

    In Astronomia nova Keplero enuncia due delle tre leggi ancora oggi note con il suo nome. La terza compare invece per la prima volta nel Harmonices mundi libri quinque del 1619. Le tre leggi di Keplero rappresentano un modello di descrizione del moto dei pianeti del sistema solare:

    • 1. L’orbita descritta da ogni pianeta nel proprio moto di rivoluzione è un’ellisse di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.
    • 2. Durante il movimento del pianeta il raggio che unisce il centro del pianeta al centro del Sole (raggio vettore) descrive aree uguali in tempi uguali. (Nel 1966 Koyrè, percorrendo i calcoli tortuosi di Keplero, concluse che questa legge è stata derivata da una premessa errata, e cioè che la velocità della Terra sia inversamente proporzionale alla sua distanza dal Sole, e con calcoli errati. Inoltre stabilì che questa legge venne ricavata prima della legge delle orbite ellittiche. La legge comunque è esatta ed è una semplice conseguenza della conservazione del momento angolare).
    • 3. Il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta è proporzionale al cubo della sua distanza media dal Sole.

    La terza legge permette di stabilire la velocità del corpo celeste una volta stabilita l’orbita e viceversa. Si era scoperta una legge che non regolava semplicemente i moti dei pianeti nelle proprie orbite, ma si stabiliva un rapporto tra la velocità dei corpi che si muovono in orbite differenti. Galilei si congratulò con lui per avere accolto il Copernicanesimo ma non si pronunciò sul resto, aggiungendo che alcuni dei suoi pensieri fossero “piuttosto a diminuzione della dottrina del Copernico che a stabilimento” (Galilei). Bacone, pur essendo molto legato alla tradizione ermetica, lo ignorò e Cartesio lo riconobbe come il suo primo maestro di ottica, non considerando il resto come degno di attenzione. Solo dopo che Newton si servì delle leggi di Keplero, queste vennero accettate dalla comunità scientifica, ma non prima degli anni sessanta del Seicento.