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Qual’è la parola più usata al mondo?

    Zero.

    La denominazione del numero O fu creata dal matematico italiano Fibonacci nel medioevo. Dal nome del vento più leggero, lo zefiro.

    Zefiro è parola di etimo GRECO. Ζέφυρος (Zephyros) la cui radice è la stessa di ζοφος(Ponente, luogo dove cala il sole). NON È PAROLA DI RADICE ARABA. Quando gli arabi non erano neppure una nazione, ma solo un insieme di volghi composti da beduini analfabeti, in Grecia esistevano già da secoli raffinate scuole di filosofia e di astronomia e l’arte di navigazione dei Greci si esprimeva in nomi di stelle e di venti , venti e posizioni di venti e soffi di venti che erano sconosciuti ai cammellieri illetterati del deserto . È inutile insistere su questo punto a favore degli Arabi che avrebbero inventato loro la PAROLA zero, poiché questa tesi è insostenibile.

    La parola “nulla” invece esiste nelle varie lingue ed esprime il concetto di vuoto (infatti gli Ungheresi chiamano “nulla” il simbolo numerico con cerchietto , che invece noi chiamano “zero”)

    Lo scopo di Fibonacci era di dare un nome al simbolo numerico con il cerchietto invece della parola latina Nihil (usato ancora oggi nel tennis inglese quando un tennista rimane a punteggio zero) e della parola latina Nulla (usato ancora oggi nei numeri ungheresi, croati, russi, per indicare lo zero, simile in lingua tedesca Null). Nel greco moderno lo zero è espresso ancora dal μηδέν che esprime e significa “niente”.

    La parola ZERO è entrata nelle lingue, inglese, francese, spagnolo, portoghese, coreano 제로 (pronunciato “gielo), giapponese ゼロ (tselo), lingue che tutte insieme coprono buona parte del globo terrestre e dicono zero a telefono o nei messaggi o nelle conversazioni quando fanno conti a scuola e a lavoro, e chiedono codici di carte di credito, di conti correnti e numeri di fatture, e numeri telefonici ogni giorno (ma non chiedono di mangiare pizza e spaghetti ogni giorno).