Nel 256 a.C., al largo della costa meridionale della Sicilia, si combatté una delle più imponenti battaglie navali della storia: la Battaglia di Capo Ecnomo, un episodio cruciale della Prima Guerra Punica (264-241 a.C.).
Roma e Cartagine, i due colossi del Mediterraneo, si affrontarono con forze impressionanti: circa 680 navi e quasi 290.000 uomini.
La flotta romana, composta da 330 navi da guerra, aveva lasciato il porto di Ostia con un chiaro obiettivo: invadere il cuore del territorio cartaginese, l’attuale Tunisia. Consapevoli della minaccia, i cartaginesi radunarono 350 navi per intercettare i romani nei pressi di Capo Ecnomo, nelle acque siciliane.
L’evento segnò uno dei momenti più critici della guerra, con la supremazia del Mediterraneo in bilico.
Il confronto fu epico e si sviluppò in tre distinti scontri, con i cartaginesi che tentarono di sfruttare la loro abilità nel manovrare le navi. Tuttavia, l’innovativo dispositivo romano, il corvus – una passerella con un uncino per abbordare le navi nemiche – ribaltò le sorti. Dopo ore di combattimenti caotici, i romani uscirono vittoriosi, perdendo 24 navi, mentre i cartaginesi subirono la perdita di 30 unità affondate e 64 catturate.
La vittoria di Capo Ecnomo permise a Roma di sbarcare in Africa, gettando le basi per il dominio navale che sarebbe durato secoli.