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Il problema – Carl Gustav Jung, Lettere

    Il problema è allora questo: giunto alla fine dalla mia vita che cosa mi ritrovo tra le mani?

    Se trovo solo il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato non sarà gran cosa.

    Ma potremmo trovare ben di più, ben di peggio.

    Ogni vita non vissuta accumula rancore verso di noi, dentro di noi: moltiplica le presenze ostili.

    Così diventiamo spietati con noi stessi e con gli altri.

    Intorno a noi non vediamo che lotta, cediamo e soccombiamo alle perfide lusinghe dell’invidia.

    Si dice bene che l’invidia accechi: il nostro sguardo è saturo delle vite degli altri, noi scompariamo dal nostro orizzonte.

    La vita che è stata perduta, all’ultimo, mi si rivolterà contro.

    Perciò, l’ultima cosa che vorrei dirle, mia cara amica, è che la vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato.

    È nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o, se preferisce, di riprendere, a ogni passo, il nostro cammino.

    Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo.

    Carl Gustav Jung, Lettere.