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La grotta che incuteva timore nei vichinghi: analisi di un luogo inquietante

    Nell’Islanda del 930 d.C., poco dopo l’arrivo dei primi coloni, un’eruzione vulcanica devastante plasmò il paesaggio di Borgarfjörður, creando il campo lavico di Hallmundarhraun e la grotta di Surtshellir.

    Questo oscuro cunicolo, lungo oltre 3 chilometri, è noto per la sua imponente struttura in pietra risalente all’epoca vichinga, le leggende di fuorilegge e riti legati al gigante di fuoco Surtr, temuto spirito della distruzione nella mitologia norrena.

    Gli archeologi Kevin Smith e Guðmundur Ólafsson, con i loro studi sul campo, hanno riportato alla luce indizi affascinanti. Tra le scoperte c’è un alto muro di fortificazione, costruito in condizioni di buio assoluto, probabilmente per bloccare gli accessi alla grotta e tenere lontani eventuali intrusi. Più in fondo si trova la “Caverna delle Ossa”, dove migliaia di ossa animali spezzate e svuotate del midollo suggeriscono rituali o banchetti comunitari, una pratica tipica dei sacrifici norreni.

    Ma Surtshellir custodisce anche tesori curiosi: acciarini di diaspro provenienti da ogni angolo dell’Islanda, perline preziose e un peso di piombo con un’incisione a forma di croce, forse la più antica testimonianza cristiana del paese. Perché qualcuno si è preso il rischio di portare tali oggetti in questo oscuro antro?

    Le saghe islandesi parlano di fuorilegge che vi si rifugiarono e che da lì saccheggiavano le fattorie vicine. Alcuni racconti narrano di riti per placare Surtr, il gigante che avrebbe distrutto il mondo alla fine dei tempi. La grotta era vista come un luogo di malvagità, evitato per secoli.

    A proposito, sapete che i vichinghi arrivarono fino il Nord America?