Il Monaciello è una figura leggendaria di Napoli: scopriamo quali sono le origini di questa figura.
Città ricca di storia, cultura e tradizioni, Napoli è anche culla di numerose leggende e figure mitologiche che si intrecciano con la vita quotidiana dei suoi abitanti.
Tra queste, una delle più affascinanti e misteriose è quella del Monaciello, lo spiritello dispettoso che si dice infesti le dimore del capoluogo campano.
Le origini del mito: tra storia e folclore
Le origini della leggenda del Monaciello si perdono nella notte dei tempi, alimentate da diverse ipotesi e racconti popolari. Una delle versioni più note, narrata dalla giornalista partenopea Matilde Serao, fa risalire la nascita del Monaciello al XV secolo, durante il regno di Alfonso V d’Aragona.
Secondo questa storia, il Monaciello sarebbe il figlio deforme nato dalla relazione clandestina tra Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante, e Stefano Mariconda, un umile garzone. Il bambino, vestito con un saio simile a quello dei frati domenicani, veniva deriso e chiamato “lu munaciello”. Dopo la sua misteriosa morte, si dice che il suo spirito abbia continuato a vagare per le strade di Napoli, portando fortuna o sfortuna a seconda dei casi.
Un’altra ipotesi lega la figura del Monaciello ai “pozzari”, gli antichi addetti alla manutenzione delle cisterne e dei cunicoli sotterranei di Napoli. Questi uomini, con il loro abbigliamento simile a quello dei monaci, si aggiravano spesso nelle case del centro storico, alimentando la credenza popolare nella presenza di uno spiritello dispettoso.
C’è anche chi ritiene che il Monaciello sia un demone, un’entità maligna che si diverte a nascondere oggetti o lasciare monete per attirare a sé i vivi. Questa versione più oscura della leggenda contribuisce a rendere il Monaciello una figura ambigua e misteriosa.
Le credenze legate al Monaciello
Il Monaciello è spesso descritto come un bambino o un uomo di bassa statura, vestito con un saio e con fibbie argentate sulle scarpe.
Secondo la tradizione popolare, il Monaciello può lasciare monete e soldi nascosti nelle abitazioni, fare piccoli scherzi che si trasformano in numeri da giocare al Lotto, oppure nascondere e rompere oggetti, o soffiare nelle orecchie di chi dorme.
Si dice che per propiziarsi il Monaciello occorre lasciargli del cibo, che lui potrebbe trasformare in oro. Tuttavia, non bisogna mai rivelare la sua presenza, pena l’attirare su di sé la sfortuna.
Dove si manifesterebbe il Monaciello a Napoli
La leggenda vuole che il Monaciello infesti ancora oggi alcune zone di Napoli, come: Sant’Eframo Vecchio, Secondigliano, Piazza Garibaldi e il centro storico. Si narra anche di una casa a via dei Tribunali abitata da un Monaciello particolarmente irascibile.
Anche Castellammare di Stabia, cittadina in provincia di Napoli, è legata alla leggenda del Monaciello, tanto che una strada porta il suo nome.
Il Monaciello e la Bella ‘Mbriana
La Bella ‘Mbriana è un altro spirito del folclore napoletano, spesso considerato l’antitesi del Monaciello. Si tratta di una figura benevola, portatrice di benessere e salute, che protegge le case e le famiglie.
Secondo la tradizione, è importante lasciare una sedia libera per la Bella ‘Mbriana, altrimenti potrebbe andar via portando con sé la fortuna.
Il Monaciello nella cultura popolare
La figura del Monaciello ha anche ispirato numerose opere teatrali e cinematografiche, tra cui la commedia “Questi fantasmi!” di Eduardo De Filippo e il film “‘O Re” di Luigi Magni. Anche la musica popolare napoletana ha dedicato canzoni al Monaciello, come il brano omonimo del gruppo E’ Zezi.